COVID, PROGETTO SCUOLE SENTINELLA PER TEST SALIVARI PERIODICI
Sono state ribattezzate 'scuole sentinella', ossia istituti in cui effettuare a cadenza regolare test salivari sugli alunni in modo da monitorare la circolazione del SARS-CoV-2 nell'ambito territoriale e adeguare le misure di sanità pubblica al variare dello scenario epidemiologico.
Il progetto, elaborato dall'Istituto superiore di sanità (Iss), coinvolgerà scuole primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie) con l'obiettivo di ridurre al minimo il rischio della didattica a distanza, intercettando precocemente eventuali incrementi di casi positivi o l'insorgenza di focolai.
"Lo scopo delle 'scuole sentinella' è quello di capire come si muove il virus in una data porzione di territorio ed eventualmente mettere in campo meccanismi di controllo, mitigazione e tutela", spiega all'Agenzia Dire Fabio Ciciliano, dirigente medico della polizia di Stato, esperto di Medicina delle catastrofi e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). "In quest'ottica la scelta degli istituti sarà molto importante- continua l'esperto- perché devono essere rappresentativi della composizione socio-demografica del territorio. Non è indicato, ad esempio, individuare scuole posizionate in luoghi sperduti o isolati. Lo scopo del test salivare, infatti, non è quello di individuare quanti positivi o negativi ci siano in quella determinata scuola ma, al contrario, trarre dei dati indiretti con cui operare uno screening che consenta di fotografare l'andamento del virus nel contesto geografico e sociale", evidenzia Ciciliano. "E' un meccanismo che ha una valenza importante sull'intera comunità perché i bambini non sono avulsi dal contesto in cui vivono", rimarca il membro del Cts.
L'idea dell'Iss è che la raccolta dei campioni salivari possa essere effettuata direttamente a casa, dalle famiglie, e poi le provette analizzate in laboratori di riferimento. Perché limitarsi a fare i test nelle scuole elementari e medie escludendo nidi e materne? "Innanzitutto non sono scuola dell'obbligo- spiega Ciciliano- Poi, effettuare questi test salivari sui bambini piccoli è più complicato, dunque il risultato potrebbe essere influenzato dal modo in cui il test viene eseguito e si rischierebbe di avere un bias che non consentirebbe di trarre alcun tipo di conclusione accettabile dal punto di vista statistico". I test salivari "sono più semplici da eseguire rispetto ai tamponi rinofaringei, ma sono anche molto meno sensibili- precisa il medico- il che significa che hanno una minore capacità di rilevare la positività certa della presenza del virus. Hanno, però, una buona specificità, ossia bassa probabilità di rilevare falsi positivi. Per questo- precisa- non sono utili a fini diagnostici, quindi non possono sostituire i tamponi, ma possono essere utilizzati per finalità di screening. Inoltre il modo di usarli rende questi test molto 'operatore-dipendente' e dunque farli eseguire su bambini piccoli da chi non è avvezzo a farlo potrebbe alterare il risultato".
Discorso diverso per le scuole superiori, anche queste escluse dal progetto 'sentinella'. "In questo caso il 'problema' è l'elevata socialità dei ragazzi che li espone a un rischio di contagio diverso rispetto a quello che possono avere gli studenti delle elementari o delle medie- sottolinea Ciciliano- dunque fare i test su di loro costituirebbe un ulteriore elemento di distorsione del risultato". Da qui "l'importanza della scelta delle scuole sentinella che deve essere fatta in un contesto di analisi in ambito locale- ribadisce l'esperto- perché se, per esempio, dai test effettuati in una scuola elementare viene fuori una bassa percentuale di positività si può pensare con buona approssimazione che in quel contesto territoriale la circolazione del virus sia bassa. Al contrario- dice- se si incrementano i positivi nella scuola sentinella allora dovrò allargare le indagini anche alle scuole vicine che non sono sentinella". Un meccanismo che secondo Ciciliano "può aiutare a mantenere le scuole aperte consentendo la didattica in presenza". L'Iss sta lavorando all'elaborazione del piano e "si dovrà essere pronti per l'inizio dell'anno scolastico- auspica l'esperto- perché è proprio in questo momento, con la fine delle vacanze e il ritorno alla vita normale, che c'è maggior esigenza di analizzare l'andamento del virus", conclude.