Coronavirus, intervista esclusiva al consigliere Lorenzo Quadri: "Misure speciali per il lavoro in Ticino, dopo la pandemia"
di Antonio Caperna
«Il virus ci sta regalando una crisi economica enorme, che acuirà i problemi che già c'erano prima sul mercato del lavoro in Ticino. Questa situazione deve insegnare che non possiamo esser dipendenti dall'estero in settori strategici a partire dalla sanità». Non usa giri di parole Lorenzo Quadri, Municipale di Lugano per il Dicastero formazione, socialità e sostegno e membro del Consiglio Nazionale per il Cantone Ticino, raggiunto in esclusiva da Salutedomani.com .
«Questa cosiddetta 'finestra di crisi' non può valere solo per la pandemia ma anche per altri ambiti. Anche sul mercato del lavoro servono misure speciali- prosegue Quadri- Il fatto che Berna abbia riconosciuto la bontà e l'importanza di certe decisioni in Ticino è stato un segnale positivo; oggettivamente la nostra è una situazione particolare, più grave e diversa dal resto della Svizzera. E voglio ricordare che il non aver preso misure sul confine a fine febbraio è stato un errore madornale, che scontiamo adesso. Il Ticino ha imposto misure a tutela della popolazione e sta ottenendo risultati. Ora si capirà come riaprire pian piano e tornare a una relativa normalità».
La difficoltà di tener a casa la gente, soprattutto in questo periodo di festività pasquali e con le belle giornate è un pò complicato, anche se la popolazione sembra rispondere positivamente agli appelli: «Da quello che vedo la maggioranza delle persone si è resa conto che osservare le disposizioni è importante, funziona e serve per tornare alla vita che conoscevamo- aggiunge Quadri- personalmente ho la fortuna di poter lavorare e uscire di casa. Gli incontri sono ridotti all'osso e si fanno riunioni in videoconferenza. Occorre adeguarsi e rispettare le misure indicate. E poi io consiglio comunque l'uso della mascherina. Alla peggio serve a poco e danno non fa. Bisogna cercare di fare tutto il possibile per evitare il contagio. Lo sappiamo che tutto questo è faticoso ma si può riuscire e speriamo di poter tornare a una relativa normalità anche se ci vorra' tempo».
Infine un pensiero sulla sfera emotiva e psicologica delle popolazione: «E' importante non sconfinare in situazioni di isteria, che non aiutano la situazione. Mi riferisco a persone già fragili, spesso isolate e che vivono maggioramente sotto pressione. Ecco perchè il numero verde, attivato a Lugano, è molto importante. E' un potenziamento degli interventi di prossimità a tutela e protezione della cittadinanza più esposta all’emergenza del COVID-19. L’obiettivo del Municipio è di contrastare il rischio che le limitazioni di ordine sanitario possano causare fenomeni di solitudine e di isolamento sociale. Il consiglio è di stringere i denti adesso per far durare il meno possibile questo difficile periodo».
Intanto in Ticino, nelle ultime ventiquattro ore, sono stati registrati 8 nuovi decessi legati al COVID-19, raggiungendo un totale di 219.
I nuovi casi di contagio registrati sono 55, per un totale di 2’714 casi positivi cumulativi a partire dal 25 febbraio 2020. Nelle strutture ospedaliere dedicate alla cura dei pazienti affetti dal virus, sono attualmente ricoverate 301 persone: 229 in reparto e 72 in terapia intensiva, di cui 68 intubate.
Dall’inizio della pandemia, sono state dimesse dalle strutture sanitarie 447 persone, 27 delle quali nelle ultime ventiquattro ore.
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