IT   EN

Ultimi tweet

Coronavirus, aumentata l’ eta' dei deceduti nel secondo trimestre di pandemia

Nel secondo trimestre dell’epidemia di Covid-19 è aumentata leggermente l’età media dei decessi e la proporzione di donne. Lo afferma l’aggiornamento del report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 appena pubblicato su Epicentro.

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109, Range InterQuartile - IQR 74-88). Le donne sono 15.365 (42,7%). L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 56 anni).  Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 – uomini 79).

L’età media dei decessi settimanali è andata sostanzialmente aumentando fino agli 85 anni (1° settimana di luglio) per poi calare leggermente.

Tra le co-morbosità preesistenti, nei decessi del secondo periodo, aumentano le persone con fibrillazione atriale, demenza (più che raddoppiate) e insufficienza respiratoria cronica (quasi raddoppiate); aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: ciò sembra indicare che nel secondo periodo i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre.

“Questo dato – concludono gli autori - può essere spiegato da maggiori conoscenze circa l’infezione e maggiori capacità e tempestività di cura della stessa nel periodo giugno-agosto. Inoltre è verosimile che nei mesi di marzo e aprile il COVID-19 sia stato sotto-diagnosticato in molti deceduti anziani fragili (come per esempio quelli in RSA). Questo può aver portato una sottostima del carico di patologie dei deceduti in tale periodo”.

Nel 91,3% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19. In 349 casi (8,7% dei casi) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione. In 50 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 122 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto-IMA, scompenso cardiaco, ictus), in 48 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 129 casi altre patologie.

 
Aggiornamenti gratis nel canale Telegram: t.me/salutedomani

Commenta questo articolo:

*
Il tuo indirizzo email non sarà visibile agli altri utenti.
Il commento sarà pubblicato solo previa approvazione del webmaster.