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CORONAVIRUS AIP, "DECRETO RILANCIO DIMENTICA PSICOLOGI, COSI' NON SI RIPARTE"

"Come presidente dell'Associazione degli psicologi che lavorano nelle universita' e negli enti di ricerca italiani ho il dovere di esternare la perplessita' e l'amarezza nel constatare che il 'Decreto Rilancio', che vuole avviare la ripresa dopo il disastro economico e sociale dell'epidemia Covid, mentre prevede un (giusto) incremento nel Servizio sanitario nazionale di diverse figure professionali, dimentica del tutto la psicologia.

Come se l'indispensabile rilancio del lavoro e dell'economia potesse fare a meno di condizioni e contesti di sicurezza e di benessere mentale per chi il lavoro deve svolgerlo". Lo scrive in una lettera aperta Santo Di Nuovo, presidente dell'Associazione italiana di psicologia (Aip), esperto di Psicologia giuridica, a lungo giudice onorario nel tribunale per i minorenni e nella sezione per la famiglia della Corte d'Appello.

"Solo alcuni esempi, fra tanti. Bene assegnare voucher per incoraggiare i cittadini a un periodo di vacanza e rilanciare cosi' l'industria turistica- prosegue il professore ordinario di Psicologia dell'Universita' di Catania- ma tutti i cittadini provati dalla crisi saranno in condizione di programmare e godere una vacanza rilassante e rigeneratrice? Giusto sostenere la ripresa della scuola, ma cos'e' cambiato intanto nella mente di alunni, docenti, genitori dopo l'esperienza della didattica a distanza? E nella mente dei lavoratori mutati di punto in bianco in 'smart workers'?

La forzata chiusura e il distanziamento sociale tante cicatrici lasciano nelle relazioni con se stessi e con gli altri, che certo non bastera' un 'liberi tutti' per risanare… Stupisce constatare che, dopo un colpo cosi' grave all'equilibrio psicologico della popolazione- sottolinea il presidente Aip- specie delle fasce piu' deboli (bambini, famiglie problematiche, persone con disabilita', anziani), si pensi che bastera' finanziare l'economia per recuperare il benessere e la qualita' di vita, che di una sana vita sociale e' presupposto e condizione".

Quanto il malessere tra i cittadini e' diffuso "lo sa bene il ministero della Salute, che ha voluto attivare un numero verde di sostegno psicologico per i cittadini in difficolta'- precisa Di Nuovo- e ha chiesto alle associazioni di psicologi di partecipare: cosa che tutte le societa' hanno fatto con pronta disponibilita' e dedizione. I grandi numeri di richieste e di risposte testimoniano che il sostegno psicologico e' molto richiesto, ed e' utile. Ma questo vale solo nel momento dell'emergenza? Dopo di che tutto si aggiustera' per incanto, e bastera' aumentare infermieri e servizi socio-assistenziali (senza nulla togliere a queste importanti categorie!) per far sparire ansia, stress e depressione, e potenziare il benessere e la qualita' di vita dei cittadini?".

L'Associazione italiana di psicologia, composta da persone impegnate nella ricerca enella didattica in psicologia, esprime i suoi dubbi con tre diverse motivazioni: "Il passaggio della professione psicologica sotto l'egida del ministero della Salute, da poco realizzato, ha sancito anche istituzionalmente la rilevanza della psicologia non solo nei servizi di Sanita' mentale, ma in tanti altri settori in cui la salute dei cittadini va garantita, con interventi sia terapeutici che formativi e preventivi: dalla riabilitazione alle condizioni di disagio sociale, dalla istruzione all'orientamento al sostegno della famiglia, dall'ambito giuridico-forense a quello del lavoro e delle organizzazioni, dagli interventi sull'emergenza a quelli di comunita' per i contesti stabilmente piu' debilitati e degradati.

Spiace che in tutti questi settori non si programmi un potenziamento del lavoro psicologico- ripete Di Nuovo- insistendo solo sulla sanita' fisica e mentale, che pure l'Oms ha collegato al benessere complessivo e alla qualita' di vita delle persone e dei gruppi sociali".

In secondo luogo, "facendo quotidianamente ricerca, abbiamo accumulato innumerevoli evidenze sulla relazione tra benessere psicologico e funzionamento delle istituzioni e delle economie delle societa': chi e' stressato o demotivato psicologicamente non lavora bene, non e' ben inserito socialmente, e' a rischio di patologie fisiche o di devianza sociale. Ed e' stato dimostrato che la prevenzione del disagio psichico ha benefici anche economici nel tempo, come maggiore efficienza produttiva e minore spesa per malattie (interessa ai nostri governanti questo 'rilancio' di piu' lungo periodo?)".

Infine, "facendo didattica universitaria, curiamo la formazione di tanti psicologi che potrebbero mettere proficuamente a servizio della societa' le proprie specifiche competenze, e che spiace vedere poi restare in gran parte disoccupati o sottoccupati, perche' la societa' che ci chiede di formarli (fissando anche ampi numeri per l'accesso ai corsi di laurea) poi non ne riconosce la potenziale utilita'. Cito, fra tanti possibili esempi- charisce il presidente Aip- lo psicologo scolastico, la cui figura nel nostro paese non e' mai stata riconosciuta formalmente. Eppure si parla tanto dei problemi psicologici di alunni e insegnanti, si invitano esperti a intervenire su temi come la disabilita', l'autismo, i disturbi di apprendimento, l'iperattivita', il bullismo e il cyberbullismo, le vecchie e nuove dipendenze patologiche, l'integrazione degli immigrati.

Si parla di potenziare - giustamente - l'informatizzazione e aumentare il numero di insegnanti per migliorare la scuola, ma non ci preoccupa del disagio di docenti (e capi d'istituto) spesso allo sbaraglio in situazioni nuove e difficili da gestire senza il supporto di un esperto delle relazioni e delle organizzazioni".Potrei continuare con il supporto delle famiglie in difficolta', delle adozioni, delle vittime di abuso o stupro, dello stress lavorativo, degli anziani con o senza deterioramento- aggiunge Di Nuovo nella sua lettera aperta- e citare i tanti testi che dimostrano a cosa puo' servire la psicologia nelle criticita' sociali. Ma servirebbe solo ad aumentare le perplessita' e il rammarico nel vedere tutto cio' assente nei provvedimenti governativi in cui si cerca di far risorgere il paese dopo una criticita' cosi' pesante e sconvolgente".

Come Associazione italiana di Psicologia in un recente documento, divulgato anche sui media e inviato alla task force governativa per la 'ripresa', "abbiamo descritto alcuni dei problemi psicologici connessi alla crisi pandemica e alle fasi di uscita da essa; con riferimento soprattutto alle fasce deboli della popolazione che pagano maggiormente le conseguenze della crisi. Abbiamo proposto l'istituzione di osservatori a livello nazionale per il monitoraggio sulle condizioni di salute psicologica della popolazione e per l'identificazione precoce del rischio di disagio psichico. Auspichiamo che una maggiore attenzione venga dedicata da chi governa anche a questi problemi, perche' nessun reale 'rilancio' di un Paese- conclude- dopo una pesante crisi puo' prescindere dal rilancio del benessere psicologico di tutti i suoi cittadini".

 
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